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Artico, mesi estivi a rischio caldo anomalo: le proiezioni

L’Artico continua a subire gli effetti della crisi climatica in atto. Un nuovo report stagionale reso noto dall’Arctic Climate Forum del’Organizzazione meteorologica mondiale, ha messo in guardia circa l’avvio di una fase di caldo anomalo nelle regioni artiche a giugno, luglio e agosto 2021.
La proiezione più probabile dei modelli vede una copertura di ghiaccio da bassa a quasi normale, mentre è prevista una rottura prematura del ghiaccio marino per maggior parte delle regioni.

Le temperature stanno aumentando molto più velocemente nelle regioni artiche che in qualsiasi altra parte della Terra, e questo fenomeno è chiamato “Arctic amplification”.

L’Artico infatti continua a scaldarsi in modo molto più rapido (più del doppio) rispetto al resto del Pianeta: le temperature annuali negli ultimi 5 anni (2016-2020) o state le più alte nella serie temporale di osservazioni per il 1936-2020.

Secondo quanto riportato nello “Special Report on the Ocean and Cryosphere in a Changing Climate” dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), nell’ultimo ventennio la temperatura dell’aria nell’Artico è aumentata di oltre il doppio l’incremento medio dell’intero Pianeta, con conseguente grave perdita della massa di ghiaccio e di neve della calotta glaciale della Groenlandia.

Le temperature medie per febbraio, marzo e aprile sono state molto più basse del normale in Siberia e Alaska, mentre sono state decisamente elevate per la Groenlandia, le Svalbard e i mari artici. Temperature superiori alla norma e della superficie del mare sono previste nella maggior parte delle regioni artiche nei tre mesi estivi di quest’anno.

In meno di 50 anni, dal 1979 al 2019, nella zona dell’Artico, la temperatura media è aumentata di ben 3,1 gradi, mentre nello stesso periodo il resto del pianeta ha registrato un aumento di 1 grado. Si tratta di una velocità di riscaldamento di più del doppio del normale. Il 2004 è stato, secondo gli scienziati Servizio geologico della Danimarca e della Groenlandia, l’anno a partire dal quale il riscaldamento ha iniziato un’accelerazione senza precedenti con un ritmo del 30% superiore rispetto al passato.

 

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